Moschea sì o no? Ecco il decalogo del vescovo pro-minareti in Svizzera

Minareto di una moschea

Milano, 6 aprile 2017 – Nel 2009 il risultato un referendum in Svizzera fece applicare un divieto esplicito di costruzione minareti in territorio elvetico, dove esistono comunque 350 moschee per 400mila islamici (nell’immagine di copertina Sfondo de fotografie diseñado por Nikitabuida – Freepik.com). A quel tempo il vescovo di Lugano, Piergiacomo Grampa (in carica 2003-13), scrisse la lettera “L’iniziativa contro la costruzione dei minareti” in cui la Conferenza dei Vescovi svizzeri respinse l’iniziativa referendaria. Ecco i 10 punti elencati dal prelato originario di Busto Arsizio in occasione dellincontro del 5 aprile con il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, e il giornalista Paolo Gonzaga, all’auditorium dell’istituto Molinari.

Minareti: ecco perché non bisogna temerli

  1. L’iniziativa non affronta i veri problemi posti dall’integrazione degli islamici

  2. Per regolamentare la questione è sufficiente la legislazione ordinaria sull’urbanizzazione la coerenza con il paesaggio, sull’ordine pubblico e l’armonia sociale

  3. La Costituzione deve sancire diritti e doveri fondamentali e non proibizioni

  4. I cattolici della Svizzera italiana non devono dimenticare i 3 articoli d’eccezione che li riguardavano e proibivano istituire nuove diocesi (la diocesi di Lugano non poteva essere autonoma ma stare con Basilea e solo nel 1972 fu riconosciuta autonoma); si proibivano di costurire nuovi conventi; si proibiva accogliere i Gesuiti. Inoltre, nella calvinista Ginevra i preti non potevano portare il collare, e le suore dovevano vestirsi da laiche, non con la divisa religiosa

  5. Il vero problema non sono i minareti, rivestiti di una valenza di occupazione del territorio, ma ciò che si predica o si insegna nelle scuole islamiche. Il problema è dentro le moschee e di quanto si insegna ad esempio a distinguere fra leggi civili e religiose

  6. Con divieti simili poniamo le premesse per azioni ricattatorie, per quanto accade nei Paesi islamici verso i cristiani. E’ impossibile vivere con mentalità revanchista

  7. Rendiamo più difficile l’azione del governo che si professa neutrale

  8. E’ un falso evidente parlare di una Svizzera piena di minareti (solo 4 in Svizzera su 350 moschee). Serve invece il dialogo e la difesa della nostra civiltà, il rispetto dei nostri ordinamenti. Abbiamo 800 campanili nel solo Canton Ticino, che paura dobbiamo avere? Preoccupiamoci di non far cadere i campanili

  9. Non fate agli altri quello che non vorreste gli altri facciano a voi

  10. Evitare di creare falsi problemi che sono solo segni di paura. Prendere di mira, ad esempio, il burqa è scatenare una guerra di prevenzione che non ha senso. Da noi non si gira col viso coperto, è una legge così come non è carnevale tutto l’anno.

Minareto di una moschea
Minareto di una moschea

Grampa ha quindi rilasciato tre indicazioni, intitolate in latino, prima di concludere che “Non posso accettare capipopolo che strumentalizzano, è indegno usare argomenti come armi da guerra”:

  1. Distingue semper: saper discernere e leggere i segni dei tempi. Bisogna considerare che l’Islam non è un monolite, è vario e al tempo stesso bisogna saper rispondere all’emergenza imposta dalle immigrazioni. Evitare di fare di ogni erba un fascio, distinguere fra laicità e laicismo (errore commesso in Francia) e scansare modelli di integrazione non riuscita (come in Inghilterra)
  2. Nega frequenter: opporsi alle pretese integraliste. “No” alla legge del Corano imposta come shaaria. “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, lo ha insegnato Gesù Cristo ma per gli islamici da secoli le due cose si sovrappongono, il Corano è la Costituzione”.
  3. Affirma caute: fare concessioni con cautela, saggezza e prudenza. Essere informati, preparati, su difficoltà e problemi.