Giornali di Zona, una risorsa per le periferie di Milano

Testate locali di Milano

Milano, 17 maggio 2017 – Dalle 200mila copie mensili a inizio anni Duemila alle 160mila attuali. Da 19 testate alle 12 odierne. Sono queste le dimensioni del fenomeno dei giornali di zona a Milano, una storia iniziata 60 anni fa, con l’apertura de Il Dialogo nell’attuale Zona 4 (poi scomparso nel 1997) e tuttora vivace tra nuovi arrivi, cessazione e qualche sospensione. Fra mensili e bimestrali le testate censite da Consulta Periferie Milano sono: ABC (Zona 9), Dai nostri Quartieri (Zona 3), Il diciotto (Zona 7), La Conca (Zona 5), La Voce di Zona 3(Zona 3), Milanosud (Zona 5), Noi Zona 2 (Zona 2), Precotto News (Zona 2), Quattro (Zona 4), Vivere insieme la Periferia (Zona 8), Zona Nove (Zona 9) e Vivere Milano (nuova veste cittadina di Milanosette, fondata nel 1975, e La Zona Milano, fondata nel 1994).

“… e infatti il “centro” non ha un proprio Giornale di Zona”

«Oltre all’aspetto informativo – evidenzia Walter Cherubini, portavoce di Consulta Periferie Milano – costituiscono una vera e propria fonte di conoscenza innervata nel territorio, in particolare in quello “periferico” e, infatti, il “centro” non ha un proprio Giornale di Zona». Ma i Giornali di Zona sono pienamente valorizzati ed utilizzati dalla città? E’ l’interrogativo posto da Cpm nel corso di un incontro nel negozio civico cittadino ChiamaMilano di via Laghetto 2, lunedì 15. Nell’occasione il Centro Studi Periferie, istituito da Cpm, ha presentato lo studio “I Giornali di Zona a Milano” ad alcuni rappresentanti della cosiddetta “stampa locale”, come si inizia a definirla.

L’ipotesi posta sul tavolo è che i Giornali di Zona facciano un salto di qualità, acquisendo “massa critica” per svolgere un ruolo “cittadino”, sostenendo coralmente alcuni temi di interesse sovrazonale. Per fare alcuni esempi: l’autonomia decisionale dei Municipi e la Cultura nelle periferie (in rapporto agli 80 milioni stabiliti dal Bilancio annuale per la Cultura dal Comune di Milano). Facile immaginare l’applicazione dello stesso approccio ad esempio a temi urbanistici, come la riqualificazione degli scali ferroviari; viabilistici, come la realizzazione di nuove linee della metropolitana; di libertà di culto e sicurezza, relativamente al tema moschee.

I precedenti

Il tentativo di valorizzare gli sforzi delle associazioni culturali impegnate nella redazione di testate locali ha una storia che risale a ben 23 anni fa. Nel ’94 venne tentato un coordinamento dei giornali di zona. Il primo problema fu quello pubblicitario, che evidenziava l’esigenza di porre argomenti di comune interesse. Tredici anni dopo, nel 2007 prese le mosse l’azione di Consulta Periferie Milano (fondata nel 2005). Si arrivò al Convegno “Periferie e ruolo dei Giornali di Zona” promosso a Palazzo Marino nel maggio 2008, con una significativa valenza “politica”. Per la prima e finora unica volta, i Giornali di Zona, che allora erano 14, si riunirono a livello cittadino accolti dall’Amministrazione comunale. Nel frattempo, nell’ultimo decennio hanno chiuso vari giornali in zona 2, 4, 7 e 8, mentre quella più sguarnita è la zona 6.

“Il tema dei municipi è strategico per riportare alle periferie quella centralità amministrativa che nel 1923 era stata tolta con l’assorbimento delle municipalità locali a palazzo Marino.  Le periferie hanno quindi potenzialità e le risorse al proprio interno di elemento geografico che vanno scoperte come i giornali di zona. Il fatto che sino marginali nel dibattito pubblico non significa che siano degradate”, ha spiegato ancora Cherubini.

Tiratura dei Giornali di zona a Milano

Mappatura dell’informazione delle periferie secondo lo i dati dello studio Cpm
Vivere Milano: 60mila copie
Precotto News: 2mila
Voce di Zona 3: 10mila
Dai nostri quartieri: 6.500
Noi zona 2: 14mila
Quattro: 16.500
MilanoSud: 24mila copie
La Conca: 10mila
Il diciotto: 9mila
Vivere insieme la periferia: 1500 copie
Abc: 27mila
Il Rile: chiuso (2mila copie)
Il Mirino: solo online

Rischi e opportunità

Una volta le divisioni fra testate erano accentuate dalle sponsorizzazioni politiche, ora queste sono meno influenti. Basti pensare a ‘Dai nostri Quartieri”, nato nel ’74/’75 e sostenuto dalla Dc in contrapposizione a ‘Milano 12’ che allora era del Pci. Oggi tuttavia “L’avvento della Città metropolitana rischia di sfasare ulteriormente il discorso – ammonisce Cherubini -. Le attuali periferie rischiano di essere considerate il nuovo ‘centro’ restando però prive di un centro decisionale, mentre invece i Comuni vicini a Milano hanno autonomia amministrativa. Questi non sono la vera periferia di Milano, che per l’agenzia delle Entrate parte dalla cerchia 90-91”.